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OCEAN2012: SENZA SALMONE O CAPITONE, CHE CAPODANNO E’?

Sulle tavole europee scarseggiano salmoni, merluzzi, anguille, polipi, sogliole… un tempo protagonisti della tradizione gastronomica. Riforma della Politica Comune della Pesca occasione per recupero degli stock

Roma, 30 gennaio 2011 – La notizia è che anguille e salmoni non si faranno vedere come una volta nei nostri cenoni!  E che tutti daranno la colpa alla Crisi e ai prezzi alle stelle! La verità è che sotto la superficie del mare le cose stanno diversamente… La colpa è infatti della pesca eccessiva e dei sussidi pubblici a pioggia, che nel potenziare le flotte pescherecce europee hanno contemporaneamente causato un triste declino delle specie ittiche.

Risultato: tra le specie che velocemente scompaiono dalle tavole di tutto il Vecchio continente, quella che ha subìto il peggior declino è l’anguilla europea. Dal Mar Nero, al nord dell’Atlantico, al Mediterraneo, quasi impossibile oggi degustare piatti come l’Aalsuppe, zuppa tradizionale di Amburgo, o le anguille in gelatina di Londra, l’anguilla in salsa verde delle Fiandre, o ancora l’anguilla all’uvetta di Venezia. La comunità scientifica continua a  mettere in guardia l’UE sullo stato di questa specie ormai sull’orlo del collasso, ma l’ultimo tentativo di divieto di cattura, a fine 2010, non ha incontrato il favore della Francia, e attualmente la pesca continua nel Golfo di Biscaglia per soddisfare soprattutto il remunerativo mercato cinese

La scarsità di quello che una volta era pesce di largo consumo, alla base di molte ricette popolari, ha causato un forte aumento dei prezzi come nel caso del salmone selvaggio. Oggi una prelibatezza per pochi, era un tempo talmente abbondante che in Germania  era detto pesce pane; si racconta che i camerieri tedeschi per non doverlo mangiare tutti i giorni facessero introdurre nel contratto di lavoro una clausola che gli garantiva di non doverlo consumare più di  due volte a settimana. Il salmone in commercio oggi è per lo più allevato e quello selvatico è un lusso riservato a pochi.

In Italia, se non si provvederà ad adottare metodi di cattura sostenibili, rischiano di sparire le acciughe di Noli o ciciarelli, tipiche della Liguria e generalmente consumate fritte e conservate in olio e aceto; in Polonia quasi introvabile il Jesiotr Pieczony, piatto a base di storione, specie classificata come gravemente minacciata e un tempo diffuso in tutta Europa, incluso il Mar Baltico; in Grecia la Taramosalata si preparava con uova di merluzzo e aveva un colore tipicamente rosato, oggi si ricorre a uova di carpa e colorante alimentare rosso. Stessa sorte  tocca a razze, sogliole, platesse e perfino polpi, per i quali nel 2007 la Spagna ha speso  189 milioni di euro per importarli e rifornire il mercato nazionale.

Da anni, i limiti di cattura stabiliti dai Ministri della Pesca europei sono ben superiori a quelli raccomandati dalla comunità scientifica, con il risultato che nel 2011 il 63% degli stock ittici monitorati in Europa è considerato sovrasfruttato, cifra che in Mediterraneo arriva a raggiungere l’82%.

“La Riforma della Politica Comune della Pesca (PCP), attualmente in discussione al Parlamento e al Consiglio europeo, rappresenta un’opportunità cruciale per garantire il futuro degli ecosistemi marini e la sopravvivenza di molte specie” dichiara Serena Maso, coordinatrice nazionale di OCEAN2012. “La flotta europea continua a esercitare una pressione di pesca da due a tre volte superiore il livello di sostenibilità. Se la Riforma fallirà l’obiettivo di fermare la pesca eccessiva, non solo potremo dimenticarci di salmoni selvaggi, ciciarelli e anguille ma anche di  una incredibile varietà di altri pesci che da generazioni fanno parte della nostra dieta e delle tradizioni gastronomiche”.

 

OCEAN2012 è una coalizione di organizzazioni unite dalla volontà di trasformare la Politica europea della Pesca per fermare la pesca eccessiva, mettere fine alle pratiche di pesca distruttive e conseguire un giusto ed equo utilizzo di stock ittici in buona salute.

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